Con la locuzione Ex libris (che in latino sta per “dai libri”) ci si riferisce ad una etichetta, solitamente ornata di figure e motti, che si applica su un libro per indicarne il proprietario.
L’ex libris può fungere anche come contrassegno apposto nella parte interna della prima pagina di copertina dei volumi catalogati in una biblioteca privata. L’etichettatura può essere cartacea, in materiali pregiati quali cuoio o pergamena, o sotto forma di timbro, in questo caso, a inchiostro, a lacca, a fuoco od altro.Ha assunto spesso forme pregevoli che ne hanno fatto oggetto di collezione. Infatti, sovente il termine viene usato nell’ambito del collezionismo.Una originale forma contemporanea di ex libris è quella adottata per identificare i testi appartenenti ai circuiti di Bookcrossing. Formalmente analogo ad un classico ex-libris, identifica il proprietario, in questo caso collettivo, ed il riferimento di catalogo di una immensa biblioteca mondiale.Ragguardevole rimane la raccolta del British Museum con circa centomila esemplari mentre a Milano è famosa la collezione di Achille Bertarelli, custodita nel museo del Castello Sforzesco.Da menzionare è anche la collezione di Mario de Filippis di Arezzo, con 130.000 pezzi (di cui oltre 13.000 a suo nome) realizzati da artisti di tutto il mondo con ogni tecnica conosciuta. È stato presente per molti anni nel Guinness dei primati[1][2].Nel tempo la concezione dell’ex libris si è modificata. Oggi alla funzione originaria di contrassegno di proprietà libraria si è sostituita quella di “piccola grafica d’arte dedicata” [3], secondo la felice definizione coniata dal professor Paolo Bellini, con una finalità prevalentemente collezionistica regolata per lo più dalla pratica dello scambio in occasione di convegni ed incontri appositamente organizzati
L’espressione latina “ex libris”, scritta su un libro e seguita dal nome di una persona o di un’istituzione, è un segno di proprietà del volume; nel Quattrocento si cominciò a stampare su piccoli fogli poi incollati ai libri il nome del titolare, sempre più spesso inserito in vignette personalizzate che, affidate a incisori importanti (Dürer, per fare un esempio), incrementava il valore del libro.
Il collezionismo specifico di ex libris iniziò a fine Ottocento, quando vennero di nuovo coinvolti nella loro realizzazione artisti d’alto spessore.Il collezionismo specifico di ex libris iniziò a fine Ottocento, quando vennero di nuovo coinvolti nella loro realizzazione artisti d’alto spessore; nella mostra verranno proposti esemplari con tematiche e stili assai variegati, esempi del profondo scambio culturale tra un committente, che richiede e accetta una grafica d’arte dedicata, e l’artista che ne rielabora i contenuti.